Redazione a cura di A.L.
Credo sia importante spiegare cosa si intende per orto urbano, termine spesso usato a sproposito, anche da chi dovrebbe conoscerne bene l’esatto significato.
La distinzione tra orti privati in ambiente urbano e orti urbani non è pleonastica come potrebbe sembrare ed è quantomeno curioso che proprio RomaNatura confonda le due terminologie.
L’orto urbano infatti è legato ad un concetto diverso, che considera come aspetti prioritari la sostenibilità e la socialità. Per tale motivo, le scelte prioritarie per l’assegnazione degli orti dovrebbero essere rivolte alle persone che sono ormai escluse dalle attività lavorative, ovverosia gli anziani, o a quelle persone che necessitano di essere inserite in attività di svago/interesse quale opportunità per risolvere altre problematiche. L’assegnazione e la conseguente gestione degli orti deve inoltre essere considerata come una attività temporanea e non definitiva e deve tener conto dei diritti di tutti i cittadini nel beneficiare di tale opportunità, ciclicamente. A tale attività inoltre è possibile ed auspicabile legare anche un valore didattico, tramite scuole e/o associazioni.
Il Comitato non è “contro” gli orti e non ha alcuna mira su quei terreni. Il Comitato, ricordo, è a favore di una corretta politica ambientale a difesa della natura e per una fruizione pubblica dell’area, nel rispetto dei vincoli vigenti. In questi obiettivi non rientrano la tipologia di orti prevista dal piano di Serena 2008 né il fatto che tali orti siano dati in gestione agli ex abusivi del Parco.
A monte di tutte queste considerazioni, tuttavia, continuo a sottolineare ancora una volta un concetto fondamentale: ad oggi, nell’area prevista dal progetto, non può essere impiantato alcun tipo di orto, che sia urbano o meno, a causa del vincolo presente sulla zona e cartografato nel Piano di Assetto della Riserva, già adottato da RomaNatura.
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